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Quanti tipi di avvocati ci sono?
Cosa vuol dire fare l'avvocato?
Perché un buon avvocato e come riconoscerlo
Chi è un buon avvocato?
Quanti tipi di avvocati ci sono?
Ci sono vari tipi di avvocati, in base alla loro specializzazione: l’avvocato penalista, che si occupa delle cause penali; l’avvocato civilista, che si occupa delle cause civili; l’avvocato tributarista, esperto in questioni che riguardano i tributi, cioè i soldi che si devono dare allo stato; l’avvocato giuslavorista, esperto di diritto del lavoro; l’avvocato matrimonialista, specializzato in cause matrimoniali. Di una persona che sa parlare bene, che sa convincere gli altri si dice che «parla come un avvocato»; di una persona che è molto brava negli intrighi si dice che «ne sa quanto un avvocato»; di una persona che lotta per sostenere idee impossibili da realizzare si dice che è «l’avvocato delle cause perse»; di una persona che in una discussione sostiene apposta idee contrarie a quelle degli altri si dice che è «l’avvocato del diavolo»
Cosa vuol dire fare l'avvocato?
L’AVVOCATO è il professionista che si occupa di interpretare le norme giuridiche al fine di fornire consulenza e assistenza ai suoi clienti (cittadini, imprese, enti e organizzazioni)
Perché un buon avvocato e come riconoscerlo
1) lo stesso ha la sensibilità di ascoltarti. Questa è una caratteristica di non trascurabile importanza che ti tornerà utile quando hai urgente bisogno di essere ascoltato con riguardo alla tua necessità di tipo legale.
L’Italia è il Paese in cui per parlare con l’ultimo dei direttori del nulla bisogna passare attraverso le forche caudine di attese in segreterie telefoniche.
Spesso è vero, la richiesta di un cliente può arrivare quando siamo effettivamente impegnati magari a scrivere un atto in scadenza, o quando siamo fuori studio o in qualche Ufficio Giudiziario ad adempiere a scadenze incombenti; ed è vero: potremmo non avere tempo a sufficienza per esprimere, da subito, dei pareri immediati che siano anche dotati di completezza ed improntati a veridicità e correttezza professionale.
Delle valutazioni, seppure a grandi linee, richiedono una preliminare visione delle carte, uno studio preliminare, l’esame di eventuali precedenti giurisprudenziali; questo è un lavoro importante che deve essere svolto con il massimo sforzo e rigore alla ricerca di soluzioni e vagliando tutti gli elementi a disposizione e, se anche non lo sai, spesso detta indagine valutativa può richiedere diverse ore di lavoro (a volte in casi più complessi anche giorni) e sta dietro pure a un parere verbale o di poche righe.
Se tale preliminare compito non venisse svolto potrebbe essere elaborato un parere approssimativo, poco professionale. Ma rendersi irreperibili all’inoltro di una richiesta di aiuto, a mio giudizio, produrrebbe lo stesso risultato di leggerezza professionale.
Questo perché tu che stai richiedendo l’aiuto di un avvocato magari quanto quel professionista non hai sufficiente tempo ed il tuo tempo è prezioso quanto il suo.
Non avere il tempo di valutare nell’immediato la risoluzione di una richiesta piovuta all’improvviso capita frequentemente, ma è doveroso offrire la immediata disponibilità quantomeno all’ascolto del problema legale, telefonicamente, via mail, via skipe, evitando lunghe attese ed ottimizzando i tempi attraverso la fissazione di un incontro presso lo studio o quando nell’immediato non attuabile, tramite videoconferenza, skipe o qualsiasi altra corretta e idonea modalità.
A me accade di collegarmi frequentemente alla mia casella di posta personale che consulto anche dal mio telefono mobile pure quando sono in tribunale e posso quindi avere cognizione del contenuto e della portata della richiesta di aiuto e nei limiti del possibile dare riscontro al più presto (al più tardi rispondo a fine giornata o se proprio non è possibile la mattina del giorno dopo).
Prediligi dunque come avvocato di fiducia chi può garantirti disponibilità, sappia darti ascolto e attenzione.
Questo credo rappresenti la toga con la quale un avvocato presta solenne giuramento prima dell’iscrizione all’albo professionale.
Mi viene al riguardo in mente una esortazione sollevata dal Presidente Mattarella ai giovani Magistrati, vincitori di concorso in procinto di prendere possesso del loro primo incarico ma che qui (per il simbolo che anche la toga di un avvocato rappresenta) può essere richiamata in similitudine e che suonava più o meno così:
“la toga non sia un abito di scena”
Credo che il senso del discorso di Mattarella fosse che i magistrati non salgono sul palco, non sono degli attori, non vanno in scena.
Allo stesso modo concepisco la nostra toga, quella che l’illustre giurista Calamandrei chiamava “il cencio nero” che noi avvocati desidereremmo coprisse con orgoglio la nostra bara.
La toga dovrebbe essere indossata non come un costume da attore, ma come una tenuta che ci disadorni del nostro ego, della nostra soggettività per farci portatori di interessi altrui.
È un immagine che condivido pienamente ed è per la stessa ragione che ritengo non vada indossata con troppa leggerezza o richiamata, per il proprio ego personale, in immagini ed in contesti del tutto inopportuni svilendo la funzione inviolabile e lo status che rappresenta (altro criterio per individuare un buon avvocato).
Ulteriore parametro necessario ai fini dell’individuazione di un buon avvocato è:
2) verificare su cosa la sua professione si concentra. Cerca di individuare un professionista che non sia un generalista che non tratta di qualsiasi ramo del diritto ma soltanto di specifiche aree nelle quali potrebbe essere ricompreso il tuo problema.
Nelle piccole realtà cittadine può accadere che si incontri il professionista che cerca di occuparsi di molteplici rami del diritto perché non si è magari avuto il buon favore di formarsi in uno studio specialista che ha fondato il suo marchio su precisi settori del diritto.
In verità la professione forense è una attività che, al pari e maggiormente di molte altre, richiede un perfezionamento in poche e determinate aree e non si può far bene tutto e allora è meglio cercare di fare (ma bene), determinate attività selezionate.
Quando vai dal tuo medico di famiglia che pure ha compiuto gli studi in medicina ma che magari non ha una competenza negli specifici problemi medici da te lamentati se è medico oculato e attento ti indirizza per degli accertamenti da un altro medico che si è perfezionato in un determinato settore.
Se tu hai dolore all’addome il tuo medico della mutua potrebbe intercettare che magari si tratta del colon ma presumibilmente è necessario l’intervento di un gastroenterologo.
Successivamente magari si scopre che in realtà il tuo problema riguarda persino un piccolo tratto dell’intestino e allora avrai bisogno non di un generico gastroenterologo ma di un gastroenterologo ulteriormente qualificato in quel piccolo tratto del tuo intestino.
Un gastroenterologo (anche se medico) non può sapere con completezza come aiutarti a sistemare quel problema alla tua anca (forse avrai bisogno di un ortopedico e non di un generico ortopedico ma di uno esperto in interventi all’anca).
Alcuni anni fa mentre in un caso di responsabilità medica cercavo di aiutare un padre a risolvere i problemi al gomito del figlio di otto anni mi imbattei in un ortopedico che individuato come specialista mi segnalò a sua volta l’opportunità di rivolgerci a un chirurgo del gomito, a un ortopedico (più giovane di lui) ma che per anni aveva fatto solo interventi in quel piccolo tratto del braccio e solo con riguardo a soggetti di minore età.
Allo stesso modo la professione forense richiede anni di perfezionamento in determinati settori ed è praticamente impossibile (anche se ci si sforza comunque quotidianamente) perfezionarsi nell’intero diritto civile figuriamoci sapere di civile e di penale insieme.
Sono settori diametralmente opposti e talmente vasti e delicati che richiedono conoscenze che solo un perfezionamento costante nella stessa materia possono far acquisire.
Talvolta neppure anni di lavoro e studio possono farci raggiungere una compiuta competenza nello stesso ramo del diritto figuriamoci dunque in più rami.
Parlavo tempo fa con un Collega ormai prossimo all’ottantina e che considero un valido professionista nell’ambito del diritto del lavoro il quale mi riferiva di sentire impellente il bisogno di dover approfondire un determinato settore da lui totalmente inesplorato.
Non esiste un unico professionista che può risolvere ogni tuo problema in qualunque ambito del diritto. Se cerchi aiuto da me in questioni di diritto penale ti dico già che non ti posso aiutare.
Eppure ho anche scritto una tesi di laurea di 500 pagine in diritto penale impegnando 9 mesi della mia vita quando, in un slancio entusiastico tipico di una giovane di 23 anni, guardavo alla professione come espressione delle battaglie verbali nei processi penali.
Riportai anche il massimo dei voti all’università nella materia in questione con un Emerito Professore Universitario torinese, cultore della materia, avvocato penalista e magistrato per diversi anni.
Ancora tratto di questioni civilistiche che spesso possono avere dei risvolti, delle confluenze in questo settore ma non mi spingo oltre; l’intera mia attività professionale per anni si è condensata in altro.
Se mi chiedi di essere tuo avvocato di fiducia per questioni (anche di scarsa rilevanza) di diritto penale non ti faccio perdere tempo. Sappi che non ti posso aiutare, non me ne occupo così come sono dell’avviso che un ottimo penalista che per anni si è perfezionato nel diritto penale non potrà aiutarti efficacemente in questioni di diritto civile.
Sappi in proposito che, qualora volessi ottenere maggiori informazioni sul professionista a cui intendi affidarti, presso il Consiglio di tutti gli Ordini professionali forensi è tenuto un albo che è pubblico e che tu puoi comodamente consultare anche online collegandoti al sito dell’Ordine professionale ed inserendo il nominativo del professionista avendo così modo di verificare i suoi dati anagrafici e la data di iscrizione all’albo professionale.
È inoltre tuo diritto sapere, quando ti rivolgi a un avvocato, se il professionista da te scelto ha conseguito il titolo di abilitazione in Italia superando l’esame di Stato italiano oppure lo ha conseguito all’estero ed è un avvocato “stabilito” (cioè un avvocato che avendo conseguito il titolo straniero per un certo periodo iniziale non può utilizzare il titolo di avvocato italiano, non può patrocinare autonomamente da solo certe cause ma deve avvalersi di un avvocato con titolo italiano.
Solo dopo il superamento di questo periodo potrà ottenere il riconoscimento del proprio titolo ed essere equiparato a un difensore con titolo conseguito in Italia.
Sappi che è tuo diritto apprendere se l’avvocato da te scelto ha tutte le competenze necessarie per lo svolgimento del mandato o se è necessaria l’integrazione di competenze altrui o comunque, l’ausilio di altri colleghi o tecnici (avvocati competenti nel settore specifico del diritto che ti interessa o commercialisti, consulenti del lavoro, medici legali ecc.).
In questo caso hai il diritto di conoscere il profilo professionale di detti soggetti e decidere se prestare il consenso al loro intervento. Se ricevi tutte queste informazioni sei sulla buona via.
Altro elemento distintivo di un buon avvocato è:
3) l’umiltà, perché solo se si è veramente umili si può essere veramente competenti e in grado di espletare nel migliore dei modi l’incarico ricevuto.
Spesso nell’immaginario comune si ha l’idea che il buon avvocato sia un impetuoso superbo.
In realtà questa è un’immagine distante anni luce da ciò che è veramente il buon avvocato. E si badi bene umile non significa remissivo e arrendevole, tutt’altro per essere sufficientemente battaglieri e tenaci, dei veri buoni avvocati bisogna essere umili.
Chi ha l’umiltà di capire che deve dedicare ore di lavoro a un incarico, che deve leggere, studiare, analizzare documentazione e ristudiare ancora molto di più di quanto si crede già di sapere potrà veramente essere il più battagliero degli avvocati e svolgere la migliore assistenza.
La nostra è una professione che impone quotidianamente la necessità di mostrarsi umili allo studio, ad analisi valutative, a documentarsi sui dettati giurisprudenziali e normativi.
Solamente con questa predisposizione d’animo verso la professione e i gravosi incarichi che siamo chiamati a svolgere possiamo giungere ad essere in grado di soppesare, valutare ogni soluzione.
Verifica poi che:
4) l’avvocato che stai per scegliere si esprima con cautela e schiettezza dinanzi al tuo caso.
Ogni qual volta un cliente pone un quesito, avanza una richiesta di un parere su una determinata questione anche di natura stragiudiziale occorre sempre visionare preliminarmente eventuale documentazione utile per una preventiva valutazione.
Se l’avvocato in questione ti chiede di voler visionare eventuale documentazione prima di esprimere un parere è un professionista oculato e se ti espone anche i rischi di una possibile soccombenza o persino la concreta impossibilità di dare seguito alle tue richieste è molto più che corretto e oculato. Hai davanti un buon avvocato che, anche a discapito del proprio profitto personale, ti sta dicendo a chiare lettere che forse non è il caso di avviare un contenzioso stragiudiziale o giudiziale promettendoti ciò che è irrealizzabile.
Spesso, a seguito dello studio preliminare di una questione legale, possono emergere infatti dei buoni margini per la bontà della propria tesi difensiva, ma si devono sempre ponderare detti dati con la peculiarità della situazione concreta e si ha il dovere di segnalare preventivamente al cliente eventuali rischi e difficoltà (anche probatorie ed esecutive) del caso.
Potrebbe verificarsi, infatti, il caso frequentissimo che si è nella piena legittimità delle proprie ragioni, che magari superate le fatiche di un iter giudiziario si ottiene pure una sentenza a noi favorevole ma poi di quella bellissima sentenza che ci dà ragione, che è ricca di principi di diritto che esprimono la giustizia delle nostre ragioni, non sappiamo che farcene perché dovrà essere eseguita, dovrà cioè essere notificata alla nostra controparte, la stessa dovrà adempiere a quanto nella stessa statuito e magari nella realtà pratica tutto questo è ineseguibile.
Si pensi ad esempio al caso di un diritto di credito riconosciuto in una sentenza che risulta inseguibile atteso che la nostra controparte forse nel frattempo è fallita e il suo patrimonio è incapiente, non è cioè sufficiente a soddisfare, oltre a quello degli altri creditori, anche il nostro diritto di credito o peggio ancora la nostra controparte si è dissolta nel nulla; quella bellissima sentenza che ci dà ragione rimarrebbe pura teoria.
Privilegia dunque l’avvocato che cerca di ottenere dei risultati, che ti informa preventivamente di tutti i rischi e le possibilità del caso e che, per evitarti esiti giudiziari infruttuosi, sottopone alla tua attenzione anche ipotesi conciliative stragiudiziali e accordi idonei al risultato che intendi ottenere.
Altro carattere distintivo di un buon avvocato è:
5) la trasparenza in ordine ai costi di una consulenza, di una difesa onde evitare spiacevoli sorprese.
In proposito devi sapere che quando contatti un avvocato è tuo diritto prendere visione di un preventivo di spesa in modo da avere un’idea preliminare dei costi a cui potresti andare incontro per l’attività di assistenza giudiziale o anche solo di consulenza stragiudiziale.
Il preventivo di spesa deve essere elaborato dall’avvocato non solo a tua richiesta ma per obbligo di legge.
Una modifica legislativa intervenuta nell’anno 2017 (art. 141 comma 5 della legge 04/08/2017 n. 124) ha infatti cambiato il testo dell’art. 13 comma 5 della legge 247/2012 dedicato proprio al preventivo di spesa eliminando la parola “a richiesta” e pertanto il comma risulta: “il professionista […] è altresì tenuto a comunicare in forma scritta a colui che conferisce l’incarico professionale la prevedibile misura del costo della prestazione, distinguendo fra oneri, spese, anche forfetarie, e compenso professionale”.
La sussistenza degli elementi che precedono renderanno il tuo rapporto di fiducia con il tuo legale semplice, agevole e comprensibile, consentendoti di realizzare un legame di reciproca collaborazione.
Questi i criteri distintivi di un buon avvocato; dunque sensibilità, attenzione per il tuo problema tesa a non farti perdere tempo, competenza, umiltà, semplicità di comunicazione, trasparenza e schiettezza in ordine al tuo caso e agli oneri della difesa.
Sono qualità preziose, è vero, ma se le intercetti sulla tua strada hai trovato un buon avvocato
Chi è un buon avvocato?
Puntualità e precisione
Il segreto per un buon avvocato è riuscire a dare il meglio di sé durante le arringhe ma anche nei testi scritti. Inoltre, non dovrà mai sottovalutare il confronto con i clienti. Sono proprio i clienti infatti a tenere sotto controllo ogni fase del rapporto con il legale